di Alfredo Franchini
Non c’è un solo colore del mare, ce ne sono tanti. L’acqua, grigia sotto le nuvole, è nera di notte; all’alba diventa dorata e al tramonto può essere rossastra. Sono le sensazioni che ci trasmette Animantiga, il disco postumo di Roberta Alloisio, una delle grandi voci del Mediterraneo, cantante, attrice e interprete genovese, che se ne è andata via trentasei ore dopo aver registrato questo incredibile lavoro. Omero diceva che il mare di notte ha il colore denso delle isole e qui il colore è quello della Corsica: Animantiga è stato pensato e condiviso da Roberta con il cantautore corso Stéphane Casalta per raccontarci la sorellanza tra Genova e la Corsica.
Le due lingue, perché di questo si tratta non di dialetti, si mischiano, si contaminano, proprio come i suoni arrangiati da Giovanni Ceccarelli che alle dodici canzoni dell’album ha aggiunto una composizione di piano solo, dedicata a Roberta. Ma, in realtà, siamo di fronte a un disco corale cui hanno preso parte tante donne, tra cui Laura Parodi, Esmeralda Sciascia, Elsa Guerci, Patrizia Gattaceca, Cristina Nico, e tanti uomini, Paolo Gerbella, Mario Arcari, Armando Corsi, Felice Del Gaudio, Loris Lombardo, Luca Falomi, Marco Leveratto, Stefano Cabrera; artisti tutti presenti nella title track che dà il titolo all’album, scritta da Paolo Gerbella.
È musica del popolo e le melodie sono avvolgenti soprattutto quando Giovanni Ceccarelli e Armando Corsi ricamano sulle rispettive tastiere del piano e della chitarra e Mario Arcari, principe dei fiati, sottolinea le frasi con l’oboe; musica etnica con ricorrenti suggestioni world e jazz. È un viaggio nel mare nostrum tra Genova, il Maghreb, la Turchia, che parte da una lingua di terra che si allunga nel mare e da cui riusciamo a vedere la Corsica, “Kalliste, la più bella”, come la chiamavano i Greci.
L’isola lascia al fato il suo destino pirata, così vicina al mare ligure eppure separata da destini e lingue differenti. Genova come un arco teso all’Oriente con i suoi grandi palazzi e le foglie d’ulivo che caratterizzano tutto il Mediterraneo: “Siamo sorelle, siamo fratelle”, è il canto corale di questo viaggio antico eppure così attuale.
Bordesando come deve un buon marinaio, una canzone ci porta in Turchia nel Mar di Marmara, uno specchio d’acqua tra due continenti, dove tutto è “negru”. O meglio è nero per chi dalla Turchia osserva un orizzonte cupo. In questo brano alle voci di Roberta Alloisio ed Esmeralda Sciascia si impastano i contrappunti di Armando Corsi e il tocco di Ceccarelli alla clavietta. Il Mediterraneo è un mosaico di storie, di popoli e razze che si sono mescolate, fusi e contrapposti per secoli; una storia che sentiamo in “Mediterraniu”, cantata da Patrizia Gattaceca, e nella dolcissima ninna nanna intitolata Dòrmi colombo, un brano popolare genovese.
Ma il mare è fatica ed è pericolo ed è facile che qualche marinaio possa intravedere le Sirene: “Il mare mi affascina ancora, lo vedo disteso, offeso, tradito da canti di mille sirene, una voce suadente mi attrae serrando le vene con cento catene”. Qui il colore che Roberta assegna alla canzone è il grigio ardesia mentre il profumo che ci sembra di respirare potrebbe essere quello del basilico che ogni genovese custodisce sul proprio balcone mentre un corale, reinterpretando un canto popolare, ci conduce alla “Lanterna de Zena”. Il viaggio canoro prosegue risalendo verso la Corsica, sapendo che il Mediterraneo è una storia di conflitti perenni.
Nel disco trova spazio una corale polifonica a cappella, “Amandulu fiuritu”, che ci ricorda come i canti polifonici abbiamo un ruolo importante nella cultura corsa; questa piccola Odissea si conclude con il ritorno a Genova e a quei fantastici incontri di vocali che solo il genovese regala. Il disco è stato prodotto da Orange Home Records di Raffaele Abbate ma il progetto è nato con un crowdfunding sulla piattaforma Musicraiser.
Il percorso artistico di Roberta Alloisio si chiude qui con un disco che è un po’ la summa di una vita dedicata al teatro e alla canzone che la portò a vincere nel 2011 la Targa Tenco come miglior interprete a collaborare con Luis Bacalov per il progetto “Xena Tango”. L’opera di post-produzione, successiva alla prematura scomparsa di Roberta, ha richiesto una lunga elaborazione del lutto da parte di tutti coloro che avevano creduto nel progetto. Da segnalare la foto della copertina: una mongolfiera che sale verso il cielo, opera di Lele Luzzati amico da sempre di Roberta. La mongolfiera sale con due personaggi a bordo, sorridenti, in volo per mondi lontani
Pubblicato su Extra Music Magazine, 17 febbraio 2020