Saggi, economia, politica

La fatica di essere sardi

Ah, se la Sardegna potesse parlare! Direbbe dei torti subiti, degli stereotipi in cui è stata relegata, dei governanti che l'hanno usata come una Disneyland che si usa, si consuma e quando non serve si butta via. Annientata sul nascere l'industria locale negli anni Cinquanta, la grande impresa fu introdotta nel modo più sbagliato.  La chimica fu terreno di conquista per i grandi finanziamenti pubblici in anni di crescita cui si è contrapposto il vuoto. Unica regione d'Italia senza metano e senza autostrade, l'isola è  da sempre alle prese con gli stessi problemi strutturali: trasporti, acqua, energia, infrastrutture. Sardegna come una pentola bucata, secondo la metafora di Paola Savona perché le risorse immesse nel sistema regionale sono defluite da altre parti con la sola spesa dei sardi. Una nazione senza confini che ha faticato non tanto ad avere idee nuove quanto a sbarazzarsi delle vecchie.

 

 LA FATICA DI ESSERE SARDI. Fratelli Frilli Editori- Genova. Anno 2004, 132 pagine. Euro 9. Codice ISBN 88-7563-053-4

Successo per "La fatica di essere sardi"

"La fatica di essere sardi" è un libro pubblicato dalla Fratelli Frilli di Genova nel 2004. Il 25 ottobre del 2004 - come si vede nella riproduzione accanto - il libro è stato al primo posto nelle vendite delle librerie della Sardegna e ha preceduto il prezioso libro di Sergio Frau, "Le colonne d'Ercole". Il lavoro di Franchini parte dal presupposto che... se la Sardegna potesse parlare racconterebbe i torti subìti tanto che ancora oggi è l'unica regione d'Italia senza il metano, priva di un'autostrada e di una rete ferroviaria moderna. Se La Sardegna potesse parlare racconterebbe del rischio di "terzomondiazzione", di un popolo di consumatori senza essere produttori nel segno della Mcdonaldizzazione della società.

 Il libro denuncia una serie di stereotipi della politica e annuncia l'avvento della "cicaleggiocrazia" tipica di una società vissuta come se fosse un set televisivo.

 

La parabola della new economy

La parabola di Tiscali è il paradigma della crisi di un capitalismo senza capitalisti né capitali. Il libro inizia con il racconto dell’ascesa di Soru e del suo provider: nell’ottobre del 1999 l’azienda viene quotata in Borsa e l’anno successivo capitalizza quattordici miliardi di lire contro gli undici della Fiat. E' uno spaccato di che cosa abbia rappresentato la new economy ed è un ritratto dell'economia sarda. Ai tempi della new economy si preparano tempi nuovi e nuovi protagonisti salgono alla ribalta: Renato Soru (Tiscali), Roberto Colaninno (Telecom), Pierluigi Crudele (Finmeccanica), Carlo De Benedetti (Kataweb). Una nuova razza padrona sembra nata dalle ceneri del capitalismo italiano. Una parola riempie la bocca di tutti: “new economy”. Microsoft alimenta il sogno e improvvisamente la Rete e Internet diventano la nuova frontiera di un capitalismo che ignora l'economia reale. D’altronde il momento è propizio, le Banche centrali sono alle prese con un’inflazione monetaria che le porterà a spostare gli investimenti sui titoli in Borsa e sul mercato azionario. 

Ma nulla sarebbe potuto succedere senza il “parco buoi”, espressione molto efficace usata negli ambienti finanziari per indicare i piccoli azionisti. Che abboccano. Analisti finanziari invitano i propri clienti a comprare titoli Parmalat, Cirio e bond argentini in una folle corsa verso un baratro finanziario che svuoterà solo le tasche degli ignari risparmiatori. A distanza di anni non rimane quasi più nulla di quelle società, ma mentre sono andati in fumo i risparmi del “Parco buoi”, il “parco delle volpi” se la passa benissimo.

 

TISCALI, UNA STORIA TUTTA ITALIANA. (Dal Parco buoi al Paese delle volpi). Fratelli Frilli Editori-Genova. Anno 2012. Pagine 174, Euro 9. Codice ISBN 978-88-7563-749-1